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- Padmasambhava - Il libro tibetano dei morti [Wma 128 Kbps - Ita][TNTVillage] -


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Categoria bittorrent Audiolibri
Descrizione
[SIZE=18]  IL LIBRO TIBETANO DEI MORTI [/align]
[align=center]di Padmasambhava (Guru Rinpoche)[/SIZE]
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[align=center][SIZE=18].: Dettagli :.[/SIZE][/align]

[CITA=Lista]
Autore: Padmasambhava
Dimensione totale: 39,2 MB
Formato del file: .wma
Qualità (Bitrate): 128 K bit/sec
Titolo: Il libro tibetano dei morti
Anno: 2000
Lingua: Italiano
Genere: Meditazione
Voce: Moro Silo, Stefania Pimazzoni
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[align=center][SIZE=18].: Tracklist :.[/SIZE][/align]

[CITA=Lista]
I Parte
II Parte
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[align=center][SIZE=18].: Trama :.[/SIZE][/align]

[align=justify]Il Bardo Thodol – questo il titolo originario – è uno dei tre grandi classici “funerari” di tutti i tempi, insieme al Papiro Egizio dei Morti e alla Divina Commedia di Dante Alighieri. “Bar-do” è l’espressione tibetana che indica la dimensione del passaggio tra due stati: la morte per i tibetani non è una condizione di stasi, ma una profonda sconvolgente trasformazione. L’ asceta si esercita già in vita a cogliere l’attimo che sta “tra” vita e aldilà; così come si esercita a cogliere il momento magico in cui la mente passa dalla veglia al sonno ovvero dal sogno del mattino – carico di premonizioni – al risveglio. Apprendere le fasi che succedono alla estinzione della esistenza terrena, imprimerle nella propria memoria di immagini per il tibetano vale come promessa di “liberazione”.

Il Bardo Thodol fu composto in sanscrito dal grande maestro Padmasambhava, nell’VIII o nel IX secolo, per i buddhisti indiani e tibetani, ma fu da questi occultato e venne riportato alla luce solo nel XIV secolo dallo «scopritore di tesori» spirituali Karma Lingpa. Tra i primi a commentare in Italia questo sconcertante manuale di viaggio fu, negli anni Trenta, l’orientalista Giuseppe Tucci. Da allora in poi, e soprattutto negli ultimi anni, si sono succedute a ritmo frenetico riedizioni e commenti sempre nuovi.

Per quale motivo un testo arcano, frutto di una mentalità assai diversa da quella occidentale, affascina così tanto? Forse per il suo modo “soggettivo” di porre il problema dell’aldilà: il Bardo Thodol insegna che alla morte ogni uomo è posto di fronte al mondo ultraterreno secondo il punto di vista coltivato nella propria religione. Per il buddhismo non esiste infatti un solo paradiso, ma tanti quanti sono gli esseri illuminati, perché ciascuno di essi ha la capacità di creare con la mente una «terra pura». Se il cristiano avvicinandosi alla morte incontra il Cristo e l’indiano incontra l’amorevole Vishnu, non vi è dunque da stupirsi. Il Bardo Thodol invita a “non accontentarsi” di queste visioni religiose, ma a immergersi in una Luce più profonda, anteriore, che precede ogni forma e nella quale ogni manifestazione si discioglie. Il “Bardo Thodol” è un grande poema della luce. La “luce” è infatti il grande esorcismo alla paura della morte, che terrorizza gli adulti così come il buio terrorizza i bambini. Il Bardo Thodol assicura che il morire è un nascere alla luce, non uno sprofondare nella notte. E invita a “stare calmi”, a non cedere a spaventi o a lusinghe ultraterrene.
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[align=center][SIZE=18] .: Biografia :. [/SIZE][/align]

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[align=justify]La vita di Padmasambhava fu arricchita di così tante leggende che è difficile rintracciare gli elementi storici dai dati mitologici.
Nacque nella valle dello Swat nel VIII secolo. Sarebbe nato da un loto fiorito nel lago Dhanakosha (formatosi dalle lacrime del padre) come un bambino già di otto anni. Adottato e allevato dal re Indrabhuti dell'Uhhiyana, lasciò il palazzo per dedicarsi al Buddhismo Vajrayana e divenne monaco. Giunto nel regno di Saor sposò, nonostante fosse monaco, la principessa Mandarava che divenne la principale delle sue yogini (in tutto ebbe cinque mogli, di cui due nepalesi e due tibetane).
La tradizione attribuisce a Padmasambhava otto maestri:

   Dhanasamskrita,
   Humkara,
   Mañjushrimitra,
   Prabhahastin,
   Shantigarbha,
   Vimalamitra,
   Ludup Nyngpo e Rongbu Guhya (degli ultimi due rimane solo il nome in tibetano e non in sanscrito).

Accusato di aver ucciso con arti magiche un ministro fu cacciato da corte e praticò la meditazione nei cimiteri, sviluppando capacità magiche.
Tornato nello Swat con sua moglie rischiò il rogo da parte del re locale per essersi sposato da monaco, ma furono infine riconosciute le sue straordinarie capacità e infine fu graziato.
Verso il 786 fu invitato in Tibet dal sovrano Trhisong Detsen (Khri-sron lde btsan) (742-797) su suggerimento del monaco buddhista Shantaraksita (750 - 802) che stava tentando la conversione della popolazione tibetana incontrando grandi difficoltà, forse per l'approcio troppo filosofico ed elitario.
Giunto a una decina di chilometri da Lhasa si incontrò col sovrano Trhisong Detsen che era giunto per salutarlo. Si vuole che nell'occasione si sia verificato un terremoto.
In Tibet Padmasambhava sposò la moglie di Trhisong Detsen, la tibetana Yeshe Tsogyal (Ye-shes 'tsho-rgyal), che divenne la sua seconda più importante partner tantrica.
Si suppone che Padmasambhava sia rimasto in Tibet per 12 anni, anche se la tradizione vuole che la sua permanenza sia durata appena 18 mesi.

L'impresa più importante di Padmasambhava fu la vittoria, avvenuta nel 787, sui demoni sulla collina di Hepo Ri, grazie alle arti magiche e all'uso del vajrakila. Questa vittoria simboleggia la sconfitta inflitta alle divinità del Tibet pre-buddhista, e probabilmente ai loro seguaci che si opponevano alla costruzione del monastero buddhista, nonostante già dal 779 il sovrano Trhisong Detsen avesse proclamato il buddhismo religione di stato.
Solo nello stesso anno della vittoria su demoni, infatti, il monaco buddhista Shantaraksita poté dare inizio ai lavori di costruzione del primo e più antico monastero buddhista in Tibet, di cui divenne il primo abate, a Samye nelle immediate vicinanze di Hepo Ri.
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[align=center][SIZE=18].: La Voce :.[/SIZE][/align]

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Moro Silo è narratore, voice-over, lettore professionista per le organizzazioni dei privi di vista e insegnante; ha fatto molteplici esperienze nel mondo degli audiovisivi e della musica. L'avventura on line de il Narratore non sarebbe mai cominciata senza l'apporto decisivo delle sue letture. E' attualmente il più importante collaboratore in voce de il Narratore audiolibri, si considera cittadino del mondo e contagia tutti quelli che incontra sostenendo che la gente , un giorno, reimparera' a raccontare ed ascoltare storie.

Stefania Pimazzoni è nata a Verona nel 1964 e ha dedicato la sua vita al teatro e ai rapporti fra narrazione ed educazione infantile. Ha lavorato come attrice protagonista con molte compagnie teatrali locali e nazionali fra cui La Piccionaia, Bel Teatro, Teatro Popolare di Ricerca, Ensemble Vicenza, TAG Teatro di Mestre ed altri. Impegnata anche come sceneggiatrice ha realizzato la riduzione teatrale di "Alice nel paese delle meraviglie" e di "Le avventure di Pinocchio" di cui è stata anche regista. Si è inoltre specializzata in laboratori teatrali per bambini e letture animate nelle scuole e nelle biblioteche.
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