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- Jethro Tull - Bursting out (1978) [FLAC] {TNTVillage} -


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Categoria bittorrent Musica
Descrizione


[.: Dati Album :.]
Titolo: Bursting out
Anno:   1978              
Genere: Progressive Rock
Etichetta originale: Chrysalis
Edizione: Japan Mini LP Edition 2004 Toshiba-EMI

[.: Tracklist :.]
CD 1
01 - Introduction by Claude Nobs
02 - No Lullaby
03 - Sweet Dream
04 - Skating Away on the Thin Ice of the New Day
05 - Jack in the Green
06 - One Brown Mouse
07 - A New Day Yesterday
08 - Flute solo improvisation + God rest ye merry gentleman + Bouree
09 - Songs From the Wood
10 - Thick as a Brick
CD 2
01 - Introduction by Ian Anderson
02 - Hunting Girl
03 - Too Old To Rock 'n' Roll, Too Young To Die
04 - Conundrum
05 - Minstrel in the Gallery
06 - Cross-Eyed Mary
07- Quatrain
08 - Aqualung
09 - Locomotive Breath
10 - The Dambusters March

[.: Recensione :.]
Dopo 10 anni di carriera che avevano prodotto 11 albums pluridecorati dal punto di vista delle vendite e che avevano prodotto folle enormi di fans al punto che nei primi anni 70 la band aveva superato i Rolling Stones sui referendum di Billboard (la voce del pubblico è sempre la più gratificante), Ian decide che era giunto il momento di andare sul mercato finalmente con un live doppio decisamente "robusto" e soddisfacente per i palati tulliani, specialmente tutti quelli che dal vivo non avevano mai avuto occasione di "testarli". Già il gruppo aveva fatto delle scelte estremamente coraggiose nei due anni precedenti uscendo con albums decisamente in controtendenza con le mode del momento (in piena era punk sfornarono due ottimi lavori folk: Songs from the wood e Heavy horses). Bene, sempre più ritenuti dei dinosauri dai saccenti della critica, Bursting out provocherà in lor signori tanto fiele rovesciato a piene mani sulle riviste specializzate di mezzo mondo. La stroncatura fu totale (già visto sto film ai tempi di A Passion Play, il più grande successo di vendite dei Tull).

L'analisi oggettiva ci parla invece di uno dei live più belli di sempre. Registrato in Svizzera, appunto nel 1978, e introdotto da una dinamica presentazione del tour promoter (c'è anche un: Benvenuto Italia), subito il disco ci pianta sulla poltrona con un'introduzione di chitarra distorta del grande Martin Barre, sulla quale interviene immediatamente Ian col suo piffero e l'ingresso immediato del resto della band si sparge in un rock bello tosto. Si tratta di No Lullaby, brano contenuto nel succitato 'Heavy Horses'. Pubblico da subito in delirio e purezza di suono in evidenza nonostante i mezzi tecnici di allora certamente non brillassero per efficacia come quelli odierni. Si passa a Sweet Dreams, decisamente più heavy rispetto alla versione in studio dove risentiva un po' degli arrangiamenti stucchevoli dell'orchestra. Dopo i due primi brani si ha la possibilità di provare la verve di Ian e il suo senso dell'umorismo nel presentare i membri della band. A proposito, eccovi la fantastica line-up: Ian, ovviamente e poi l'immarcescibile Martin Barre alla chitarra elettrica, l'incredibile Barriemore Barlow alla batteria (aveva un set impressionante), il pazzoide (sulla scena) John Evans alle tastiere, Johm Glascock al basso e il ricamatore David Palmer alle tastiere anche lui.
Ian ci introduce dopo Sweet Dreams a Skating away on the thin ice of the new day, da 'Minstrel in the gallery'. Qui i 6 sembrano divertirsi molto, in un brano quasi gioioso suonato con fisarmoniche e glockenspiel e l'acustica di Ian a farla da padroni. Inizia qui la trilogia di pezzi folk del disco che prosegue con Jack in the Green (da Songs from he wood), eseguita decisamente meglio che in studio, più ariosa e brillante. Dopo l'ennesima presentazione bizzarra di Anderson siamo a One Brown Mouse, dolce e tirata al massimo. Si arriva così al primo tuffo al cuore oltre che nel passato. A New Day Yesterday (Stand Up). Bene, alziamoci in piedi è veramente il caso di dire.... l'esecuzione è spettacolare con Barlow che dà una coloritura spettacolare dietro le pelli e assolo di Barre alla chitarra distorta e pulita allo stesso tempo. La canzone è ritoccata molto rispetto all'originale, ma i brividi sono i medesimi. Stop improvviso e stacco che prelude a un assolo di flauto che produce emozioni a profusione. Nell'assolo in questione Ian ci mette tutto il suo repertorio di flautista pazzo come soffi, gridolini e effetto eco a moltiplicare le note cristalline che incantano. Ci inserisce anche un estratto da un pezzo proveniente dall'antica tradizione inglese (Rest ye merry gentlemen) eseguita col resto del gruppo che accompagna con una marcetta che fa pensare al flautista di Hamelin. Intermezzo e Ian che ci fa dapprima intravvedere e poi finalmente "vedere" la magica Bourrèe. Mai sentita un'esplosione di pubblico come in questo caso. Emozioni a non finire per chi ascolta e una dannata voglia di tornare indietro col tempo per potere magari essere presente a quell'evento.
Si passa poi a una versione breve di Songs from the Wood. Il menestrello scozzese sta già per tirare un ennesimo colpo basso ai teneri di cuore, con voce a metà tra un diavolo tentatore e un vecchio amico bonario chiede al pubblico: "Vediamo se vi ricordate di questa". La sei corde acustica attacca niente di meno che..... Thick as a Brick. Scusate ma mi sto emozionando anche a scrivere di questa cosa. Qui abbiamo una versione ovviamente abbreviata del capolavoro del 72 che comprende i momenti più significativi del lato A, esclusa l'ultima stupenda edit. Ormai il delirio in sala è totale, l'esecuzione trasuda sentimento e tecnica strumentale assoluta. Martin e Barriemore specialmente danno prova di grandezza. I fantastici 6 hanno tutti in pugno e lo sanno e ci danno dentro con convinzione. Arriviamo a una delle cose più belle di 'Songs from the Wood'. La scatenata e surreale Hunting girl. Inizio di tastiere molto veloce con timbrica quasi da cattedrale e ingresso prepotente del resto della band in un pezzo che richiede tanta tecnica per essere eseguito. Bellissimo..
Dopo si giunge a Too Old to rock and roll.... Too Young to Die! Sinceramente questo brano non mi ha mai emozionato più di tanto, ma tant'è... è anche esso uno dei pezzi più conosciuti dei Tull. Conundrum è un momento decisamente particolare che sembra quasi essere stato messo lì per dimostrare che anche senza Ian loro sono dei maestri (be'... be'...). Comunque è un momento di classe allo stato puro. Rock donato a piene mani con intrecci di chitarra-basso-batteria che hanno del sovrannaturale e poi.... poi l'assolo più bello e complicato che le mie orecchie abbiano mai sentito alla batteria. Qualcosa di incredibile che mostra come esistano uomini che forse a seguito di esperimenti genetici posseggano non 4 ma magari 5 o 6 arti. Spettacolare.
Il momento successivo è nuovamente da brividi con l'introduzione a base di acustica e organo che svelano la magica Minstrel in the Gallery, eseguita in modo molto heavy con basso del povero Glascock in grande evidenza (John morì di lì a poco per un'assurda complicazione cardiaca a seguito di infezione ai denti!!!!!). La voce di Ian è al top e l'emozione è di nuovo al massimo. Arriviamo all'ultima sezione che tranne alcuni intervalli, è tratta da 'Aqualung'. Esiste modo migliore per celebrare 10 anni di attività in onore dell'arte pura? Cross-eyed-Mary, Locomotive Breath, e la stessa Aqualung sono eseguite con potenza, quasi autocelebrativa. Si arriva al momento finale con una marcetta tradizionale inglese (The Dambusters march), che serve a Ian nei concerti per lanciare palloni enormi sul pubblico (cosa che farà fino al 1981. Dall'82 in poi continuerà a gettare palloni sulle note di Cheerio).
Che dire di più su questo monumento live? Ogni parola di commento rischierebbe di essere retorica e di questo me ne sentirei responsabile in quanto Tulliano scatenato.... Solo un'ultima cosa a margine. Dopo poche settimane da questo evento in Svizzera, i Jethro Tull furono protagonisti di un fatto ancora oggi rimasto unico. Un loro concerto fu trasmesso in connessione Intercontinentale dal Madison Square Garden di New york, e fu visto da circa un miliardo di persone in tutto il mondo (per l'Italietta idiota ci fu solo un collegamento di pochi minuti dalla trasmissione di Arbore L'altra domenica). Nessun concerto nella storia ha avuto un audience cosi' vasta e solo la faccia di bronzo di Ian poteva reggere lo sguardo di due miliardi di occhi. Grandezza assoluta? Ma si, ammettiamolo pure.
(fonte DeBaser)

[.: Dati Tecnici :.]
formato: LOSSLESS
codec: FLAC 1.2.1
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Aggiunto 30.09.12 - 09:09:54
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