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- Pietro Metastasio - Temistocle (1736) [Pdf Ita] [TNTvillage] -


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Pietro Metastasio - Temistocle (1736) [Pdf Ita] [TNTvillage]

PIETRO METASTASIO


TEMISTOCLE













Pietro Metastasio, pseudonimo di Pietro Antonio Domenico Bonaventura Trapassi (Roma, 3 gennaio 1698 – Vienna, 12 aprile 1782), è stato un poeta, librettista, drammaturgo e sacerdote italiano. È considerato il riformatore del melodramma italiano.

Pietro Trapassi (grecizzato in Metastasio) nacque a Roma nel 1698 da una modesta famiglia borghese.

Il suo precoce talento poetico fu notato dal Gravina che lo istruì nelle materie classiche, istruzione in seguito arricchita dagli studi filosofici intrapresi sotto la guida del cartesiano Gregorio Caloprese.

Nel 1715, dietro consiglio del Gravina (che morirà nel 1718 nominandolo erede), cominciò a studiare legge e prese gli ordini minori, abbandonando la poesia.

Nel 1718 fu a Napoli per praticare la professione di avvocato; qui riprese a scrivere versi e melodrammi e qui conobbe la cantante Marianna Bulgarelli, detta la Romanina, la quale, negli anni seguenti, si dedicò completamente a lui.

Nel 1730 fu chiamato a Vienna come successore di Apostolo Zeno e ben presto alla Romanina si sostituì, quale sua protettrice, l'imperatrice Maria Teresa d'Austria, la cui morte, avvenuta nel 1780, gettò nel completo sconforto l'anziano poeta. I suoi ultimi anni furono molto malinconici: nonostante gli entusiasti tributi di cui era continuo oggetto (anche da parte della corte) e nonostante l'amicizia degli artisti da cui era circondato, Metastasio si lamentava di avere ormai perso la sua vena poetica.

Si spense a Vienna nel 1782.

Dotato di un temperamento pacato che lo portò a preferire l'ideale di una vita decorosamente vissuta a quello delle gesta eroiche, Metastasio fu il miglior poeta dell'Arcadia e, insieme a Zeno, uno dei maggiori riformatori del melodramma.





Fu l’ateniese Temistocle uno de’ più illustri capitani della Grecia. Conservò egli più volte alla patria, col suo valore e co’ suoi consigli, e l’onore e la libertà; ma dopo la celebre battaglia di Salamina, nella quale con forze tanto ineguali fugò e distrusse l’innumerabile l’armata di Serse, pervenne a così alto grado di merito, che gl’ingrati cittadini d’Atene, o temendolo troppo potente, o invidiandolo troppo glorioso, lo discacciarono da quelle mura medesime, che aveva egli poc’anzi liberate e difese. E, considerando poscia quanto i risentimenti di tal uomo potessero riuscir loro funesti, cominciarono ad insidiarlo per tutto, desiderosi d’estinguerlo. Non si franse, in avversità così grandi, la costanza del valoroso Temistocle. Esule, perseguitato e mendico, non disperò difensore, e ardì cercarlo nel più grande fra’ suoi nemici. Andò sconosciuto in Persia, presentossi all’irritato Serse, e, palesatosi a lui, lo richiese coraggiosamente d’asilo. Sorpreso il nemico re dall’intrepidezza, dalla presenza e dal nome di tanto eroe, legato dalla fiducia di quello nella sua generosità, e trasportato dal contento di tale acquisto, in vece d’opprimerlo, siccome aveva proposto, l’abbracciò, lo raccolse, gli promise difesa e caricollo di ricchezze e d’onori. Non bastò tutta la moderazione di Temistocle nella felicità per sottrarlo alle nuove insidie della fortuna. Odiava Serse implacabilmente il nome greco, ed immaginavasi che non men di lui odiar lo dovesse Temistocle dopo l’offesa dell’ingiustissimo esilio; onde gl’impose che, fatto condottiere di tutte le forze de’ regni suoi, eseguisse contro la Grecia le comuni vendette. Inorridì l’onorato cittadino, e procurò di scusarsi. Ma Serse, che dopo tanti benefici non attendeva un rifiuto da lui, ferito dall’inaspettata repulsa, volle costringerlo ad ubbidire. Ridotto Temistocle alla dura necessità o di essere ingrato al suo generoso benefattore o ribelle alla patria, determinò d’avvelenarsi per evitare l’uno e l’altro. Ma, sul punto d’eseguire il funesto disegno, il magnanimo Serse, innamorato dell’eroica sua fedeltà e acceso d’una nobile emulazione di virtù, non gl’impedì solo d’uccidersi, ma giurò inaspettatamente quella pace alla Grecia, che tanto fino a quel giorno era stata da lei desiderata in vano e richiesta.






Autore: Pietro Metastasio
Titolo: Temistocle
Curatore: B. Brunelli
Anno: 1736
Lingua: Italiano
Genere: opera
Numero di pagine: 44
Dimensione del file: 217 KB (215.362 byte)
Formato del file: Pdf

NOTE:
ALLA EDIZIONE ELETTRONICA HANNO CONTRIBUITO:
Claudio Paganelli
REVISIONE:
Vittorio Bertolini
PUBBLICATO DA:
Claudio Paganelli - Stefania Ronci
DIRITTI D'AUTORE: no
LICENZA: questo testo è distribuito con la licenza
specificata al seguente indirizzo Internet:
http://www.liberliber.it/libri/licenze/index.htm
TRATTO DA:
"Tutte le opere"
di Pietro Metastasio
a cura di B. Brunelli,
volume I
Mondadori Milano, 1954


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