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- (JazzPlanet) Monk and Mulligan - Mulligan Meets Monk(Eac Flac Cue)(UF)(TNT) -


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Categoria bittorrent Musica
Descrizione

Mulligan Meets Monk - Monk and Mulligan








Artist: Mulligan Meets Monk
Title: Monk and Mulligan
Recording Date 1957 08 12+1957 08 13
Label: Riverside Records
Catalog: OJC20 301-2
Released: 1992
Format: CD
Country: Germany
Genre: Jazz
Style: Cool, Post-Bop


Extractor: EAC 0.99 prebeta 4
Read mode               : Secure
Utilize accurate stream : Yes
Defeat audio cache      : Yes
Make use of C2 pointers : No
Codec: Flac 1.2.1;  Level 8  
Single File.flac, Eac.log,
File.cue Multiple wav file with Gaps (Noncompliant)
Accurately ripped (confidence 7)
Size Torrent: 313 Mb
Cover Included

Tracks

  1. Round Midnight (Monk, Cootie Williams, Bernie Hanighen) – 8:29
  2. Rhythm-A-Ning (Monk) – 5:19
  3. Sweet and Lovely (Gus Arnheim, Jules LeMare, Harry Tobias) – 7:17
  4. Decidedly [Take 4] (Gerry Mulligan) – 5:54
  5. Decidedly (Mulligan) – 6:37
  6. Straight, No Chaser (Monk) – 7:00
  7. Straight, No Chaser (Monk) – 5:29
  8. I Mean You [Take 4] (Monk, Coleman Hawkins) – 6:53
  9. I Mean You (Monk, Hawkins) – 6:31




Personnel
Thelonious Monk – piano
Gerry Mulligan – baritone saxophone
Wilbur Ware – double bass
Shadow Wilson – drums






http://www.amazon.com/gp/recsradio/radio/B000000YGU/ref=pd_krex_dp_a

http://www.youtube.com/watch?v=X7pNrV4cAgs


bio

Gerry Mulligan (New York, 6 aprile 1927 – Darien, 20 gennaio 1996) è stato un sassofonista, compositore e arrangiatore jazz statunitense, uno dei fondatori della scuola conosciuta come cool jazz.

Fin da molto giovane Mulligan suonò diversi tipi di strumento, dal pianoforte al clarinetto, per poi dedicarsi definitivamente a quello che lo rese famoso in tutto il mondo, il sax baritono. Mulligan fu un vero rivoluzionario, riuscì a dare una luce nuova al baritono, utilizzato fino ad allora come "colore" nella sezione dei sassofoni, facendolo assurgere a vero e proprio strumento solista. Ogni musicista che collaborò con questo genio ha qualcosa di speciale da raccontare su di lui, e la cosa ancor più interessante è che sembra che Gerry Mulligan detenga il primato di collaborazioni con i più svariati musicisti. Ha suonato infatti, come solista o sideman con quasi tutti i grandi del suo tempo: Paul Desmond, Duke Ellington, Chet Baker, Ben Webster, Johnny Hodges, André Previn, Billie Holiday, Stan Getz, Thelonious Monk, Quincy Jones, Miles Davis, Astor Piazzolla, Count Basie, Dave Brubeck.

Mulligan era per così dire, sempre in cammino verso un proprio miglioramento, e per questo aveva bisogno di fondersi, umanamente e musicalmente, con i maggiori esponenti del jazz e non solo. Mulligan aveva rapporti di amicizia con moltissimi di loro e non disdegnava neanche di sonare con musicisti non troppo affermati nel panorama internazionale. Non era rado infatti vedere Mulligan sonare con jazzisti "da club" o chiedere persino in prestito strumenti ad esecutori di queste orchestre...

Milano, dove visse a lungo, sino agli ultimi anni della sua vita (era sposato con un'italiana), negli anni cinquanta vedeva spesso Gerry Mulligan apparire all'improvviso nei jazz club e cominciare ad improvvisare con i musicisti che incontrava, per il semplice gusto di partecipare ad una jam session. La componente umana era per Mulligan dunque estremamente importante, trattava i suoi collaboratori, quando si dimostravano all'altezza, quasi come membri della famiglia, e li spronava a fare sempre meglio. E Gerry era davvero quello che si può considerare un maestro. Affascinato dal lavoro dell'arrangiatore perché "era colui che tesseva le trame composte dai suoni unici di ogni strumento", inizia prestissimo questo mestiere (all'età di 17 anni per una radio locale), continuando poi a praticarlo con l'orchestra di Claude Thornhill; non smetterà mai di farlo, raggiungendo livelli altissimi di tecnica e gusto. Non sono pochi infatti i brani costruiti interamente dalle sue improvvisazioni, senza uno schema di partenza, schema però ben presente "di getto" nella mente di Mulligan ed esposto istantaneamente, per lo stupore di chi lo stava a sentire. Il suo lavoro di compositore rimane dunque ben più importante, almeno detto da lui, della sua carriera di solista; Gerry Mulligan era uno che sapeva dove andava e conosceva il luogo della destinazione ancor prima di arrivarci, questo fa di lui un genio.

Spesso viene ricordato come il primo grande esponente di quel tipo di jazz chiamato "cool", un jazz orecchiabile, ricco di swing, di giri armonici e sonorità raffinate, suonato principalmente da bianchi, in contrapposizione con il be bop degli afroamericani. Mulligan fu un protagonista della corrente cool fin dai primi tempi, con la sua partecipazione - come compositore, arrangiatore e strumentista - al celebre nonetto di Miles Davis, ai cui concerti, documentati dal famoso disco "Birth of the Cool" del 1949, si fa generalmente risalire la nascita del movimento. Questa impronta stilistica rimarrà poi sempre presente nelle improvvisazioni e composizioni di Mulligan, che non se ne allontanò mai troppo, malgrado l'avvicendarsi di nuove tendenze nel panorama jazzistico. Comunque il vero primo grande colpo di genio Mulligan lo ha nel 1952, quando insieme a Chet Baker fonda lo storico quartetto "senza pianoforte" (piano-less quartet): il pianoforte fino al quel momento veniva usato nelle band per tenere l'armonia di fondo, per mostrare ai solisti quale era il tappeto sonoro su cui potersi rotolare in ardite improvvisazioni. Batteria, contrabbasso e piano costituivano quindi la spina dorsale di una band; per motivi ancora oscuri, Mulligan e Baker fanno a meno del piano e lo sostituiscono con tromba e sax baritono, in un gioco sottilissimo di armonie, di frasi che si scavalcano in continuazione e momenti di incontro unici, tanto da non far sentire affatto la mancanza di uno strumento d'armonia. Una delle pietre miliari della storia del jazz viene però interrotta dalle continue liti fra i due e soprattutto dall'arresto per uso di sostanze stupefacenti di Gerry Mulligan, che se la cava con tre mesi di reclusione, e che con grande sorpresa all'uscita trova il suo amico Baker divenuto famoso per le proprie doti canore. Ma il genio non si ferma, ed ecco che, anche dopo la sostituzione di Baker con altri esponenti (tipo Bob Brookmeyer al trombone a pistoni o con il trombettista nero Art Farmer), Mulligan comincia a pensare ad una band in grande, nella quale esprimere tutto il suo talento di compositore/arrangiatore, già affinato dalla preziosa collaborazione con Stan Kenton; la Concert Jazz Band riscuote ovunque numerosi successi, esibendo performance spettacolari in diversi stili jazz, ma tutti vicini per qualche verso al cool e all'esperienza pianoless. La traduzione italiana di cool è freddo, ma anche fico, in effetti questa esperienza di big band ha prodotto brani davvero gustosi e ricchi di assolo che andrebbero annoverati tra le perle del Jazz. Fino alla sua morte, avvenuta nel gennaio 1996 per una complicazione in seguito ad una operazione al ginocchio, ha sempre riscosso grandi successi anche con i suoi ultimi collaboratori (tra cui Grover Washington), tanto da ricevere onori anche da Bill Clinton e da avere un intero museo dedicato alla sua vita nella città di Washington, dove viene esposto il mitico sax (un Conn 12M) con sopra una sciarpa di seta donata dal Dalai Lama in persona durante una sua visita.

Stile

Uno dei limiti del baritonista consisteva nel considerare spesso con diffidenza le tendenze del nuovo jazz che non partivano da lui, come ad esempio il free, anche se si sentono, ovviamente, influenze fusion nei suoi ultimi brani. Mulligan in fondo, pur suonando con numerosi e svariati musicisti, era solito portare soprattutto il suo importante contributo, rimanendo per scelta ancorato al suo passato. Comunque il suo stile non può essere incasellato completamente in uno schema, come per ogni genio, ma al contrario offre, brano dopo brano, sempre nuove idee e spunti. Tra le sue collaborazioni, al di fuori delle performances esclusivamente jazzistiche, va ricordato quello che è stato definito "il bellissimo, memorabile album Summit-Reunion Cumbre", registrato a Milano con Astor Piazzolla.

Quello che va sottolineato è che Mulligan pensava soprattutto a suonare, suonare e ancora suonare, o per essere più precisi, ad esprimersi musicalmente, facendo, delle note, parole di grande effetto.



review

Critics thought the pairing of Gerry Mulligan and Thelonious Monk a strange one when this 1957 session was originally released, Mulligan's light baritone saxophone strongly identified with the cool school and Monk's percussive piano, fractured rhythms, and dissonant tunes the last word in bop. It's an interesting combination, though, with Mulligan's melodic focus actually working fairly well with Monk and his regular band, drummer Shadow Wilson and bassist Wilbur Ware. Common roots in swing are apparent on Mulligan's "Decidedly," a variant of "Undecided," while the baritonist acquits himself well on some of Monk's best-known tunes. Monk was at his peak as a player in 1957--working steadily for the first time in years in a long tenure at the Five Spot--and it shows everywhere here, including the splashing chords and asymmetrical runs of "Sweet and Lovely." Ware, one of the most significant bassists in jazz history, is a perfect accompanist and as commanding a soloist as Mulligan or Monk, using subtle rhythmic shifts and double stops in an almost minimalist way. The alternate takes of several tunes are genuinely different approaches to the material, revealing just how spontaneous the meeting was. --Stuart Broomer
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Completato 288x
Aggiunto 16.02.11 - 09:02:38
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