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- TIM BUCKLEY - MY FLEETING HOUSE[TNTVILLAGE] -


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Descrizione
TIM BUCKLEY

MY FLEETING HOUSE






Titolo originale: My Fleeting House
Released: Monday, 02 July 2007
Audio: Dolby Digital 2.0 Stereo
Transfer Format: Widescreen
Category: Music
Format: Divx
Year: 2007
Distributor: Third Story Music
Languages: English
Subtitles: None
Running Time: 110 mins



TRACKLIST


Song To The Siren - The Monkees Show 1967
No Man Can Find The War - Inside Pop 1967
Morning Glory - Late Night Line Up 1968
Happy Time - Late Night Line Up 1968
Who Do You Love - Greenwich Village 1968
Sing A Song For You - Dutch TV 1968
Happy Time - Dutch TV 1968
I Woke Up - The Show 1970
Come Here Woman - The Show 1970
Blue Melody - Boboquivari 1970
Venice Beach - Boboquivari 1970
Pleasant Street - The Christian Licorice Store 1971
Sally Go Round The Roses - Live Performance 1973
The Dolphins - Old Grey Whistle Test 1974


RECENSIONE

Alla figura di Timothy Charles Buckley III è dedicato questo DVD intitolato “My fleeting house”, un video che traccia un ritratto dell’artista californiano

(d’adozione, in realtà nativo dello stato di New York), ma soprattutto si concentra sulle sue performance live, recuperando anche apparizioni televisive

inedite e video rari ed introvabili.
Sono ben undici le esibizioni dal vivo ivi contenute, canzoni che vanno dal 1967 al 1974, attraversando quindi tutta la carriera di Tim. Ecco così “Song to

the Siren” (cantata al programma The Monkees Show), “No man can find the war” (Inside Pop), “Morning glory” e “Happy time” (Late Night Line Up), “Who do you

love” (Greenwich Village), “Sing a song for you” e “Happy time” (per la televisione olandese), “I woke up” e “Come here woman” (The show), “Blue melody” e

“Venice Beach (Music boats by the bay)” (Boboquivari), “Pleasant street” (The Christian Licorice Store), “Sally go round the roses” (Live Performance) e “The

dolphins” (Old grey Whistle Test).
Le performance sono arricchite da interviste allo stesso Tim (ad opera di alcuni presentatori delle trasmissioni alle quali partecipò) e dalle testimonianze

(attuali) di alcune persone a lui vicine come Larry Beckett (co-autore di molti brani dei primi album di Tim), Lee Underwood (chitarrista di Buckley) e David

Browne (autore di “Dream brother: Le vite e la musica di Jeff e Tim Buckley”).
“My fleeting house” è un prodotto gustoso soprattutto per i fan del cantautore che potranno godersi Tim in performance che probabilmente mai si erano potuti

godere prima. Peccato non si possa usufruire dei sottotitoli in italiano per le interessanti interviste…



TIM BUCKLEY


Tim Buckley, il cui vero nome era Timothy Charles Buckley III (14 febbraio 1947 – 29 giugno 1975), è stato un cantautore statunitense dalle incredibili doti

vocali, sulle quali lavorò a grandi sperimentazioni soprattutto negli anni \"di mezzo\" della sua carriera: gli anni della scoperta dell\'eroina (che lo porterà

alla morte, per overdose) e degli album più sperimentali Blue Afternoon, Lorca e Starsailor. Ebbe un figlio, anche lui grande cantante nei primi anni

novanta: Jeff Buckley.
Timothy Charles Buckley III nasce ad Amsterdam, nello stato di New York, il giorno di San Valentino del 1947, per trascorrere poi l\'adolescenza ad Anaheim,

in California, e successivamente trasferirsi a Los Angeles.
Terminate le scuole superiori, con un bagaglio di più di venti canzoni scritte a due mani con l\'amico-poeta Larry Beckett, il suo nome inizia a circolare

nell\'ambiente del folk losangelino. Mette gli occhi su di lui Herb Cohen, manager di artisti del calibro di Frank Zappa, che gli permette di firmare un

contratto con la Elektra e registrare il suo primo album, l\'omonimo Tim Buckley, che riluce di collaborazioni eccellenti come quella di Van Dyke Parks alle

tastiere. Buckley ha appena 19 anni.
Inizia la trafila dei concerti, che lo porteranno a esibirsi in minuscoli club e nelle università della West Coast. Buckley respira profondamente l\'aria che

si respira nella metà degli anni \'60, che si tratti degli ideali rivoluzionari che animano i giovani o delle sperimentazioni lisergiche. Tutto questo è

riassunto in Goodbye and Hello, inciso ad un anno di distanza dall\'esordio. Questo secondo lavoro rimarrà il più grande successo di Tim, grazie ad alcuni

pezzi memorabili (I Never Asked To Be Your Mountain, Phantasmagoria in two, Once I Was, il singolo Morning Glory): ma Buckley si spingerà oltre.
Inizia ad abbandonare parzialmente la collaborazione con Larry Beckett, iniziando a scrivere da sé i testi, che riflettono la sua tormentata interiorità. Ora

che è finalmente al centro del successo, sembra volerne scappare: se ne va addirittura da un programma televisivo, rifiutandosi di cantare in playback. Nel

1968 tiene concerti anche in Inghilterra, registrando anche per il John Peel Show. L\'anno successivo arriva Happy Sad. Gli ascolti jazz, soprattutto di Miles

Davis, di Tim si fanno sentire, pur rimanendo in una matrice folk.
La produzione di Buckley è arrivata a un punto di svolta, virando verso un folk macchiato di blues e jazz, e in Gipsy Woman la voce comincia a forzare i suoi

limiti, facendosi sempre più disperata e urlata. Questa maturazione artistica non porta però guadagni, e l\'Elektra decide di rescindere il contratto. Si

accasa alla Straight Records di Cohen, e da\' alla luce Blue Afternoon, opera maliconica e passionale che prosegue sulle strade del disco precedente.
Nell\'ottobre del 1970 esce Lorca, album dovuto all\'Elektra: con un impianto solidamente folk, continua nella sperimentazione segnando un passo avanti verso i

territori del successivo. Il capolavoro di Buckley arriva nel 1970. In Starsailor la grande protagonista è la voce di Tim, che riesce a slegarsi dalle

strutture metriche e tonali, comportanosi quasi come uno strumento. Ma l\'album è un colossale insuccesso di pubblico, e Buckley, amareggiato, non scrive più

una nota per due anni.
Tornerà con lavori minori come Greetings from L.A., Sephronia e, peggio, Look at the Fool, che non riescono né a bissare le glorie artistiche passate né

vendono come speravano i discografici traumatizzati dall\'estremo Starsailor. Nonostante le deludenti ultime prove, Buckley riesce a trovare la forza per

disintossicarsi da alcool e droghe.
Si drogherà e ubriacherà soltanto un\'ultima volta, a casa di un amico, dopo un concerto a Dallas, nella notte tra il 28 e il 29 giugno del 1975: il mix di

eroina e alcool gli sarà fatale.



SCREENSHOTS



CHEDA TECNICA

GSpot v2.70
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--- Informazioni sul File  ---

Titolo:Tim Buckley - My Fleeting House.avi
Dimensione File (in bytes):738,297,856
Durata(hh:mm:ss):1:49:20
Numero di tracce Audio :1

--- Informazioni Video ---

Nome Codec VideoivX 5.1.1 (Maupiti)
Numero Frame:163986
Larghezza Frame(pixels):696
Altezza frame(pixels):482
Display Aspect Ratio (\"DAR\":1.444
FPS:25.000
Video Bitrate (kbps):698
QF:0.083

--- Informazioni Audio Traccia 1 ---

Codec audio:0x0055 MPEG-1 Layer 3
Freq.audio (Hz):48000
Bitrate(kbps):192
Tipo:CBR
Canali:2







TNTVILLAGE.SCAMBIOETICO.ORG
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Completato 25x
Aggiunto 27.10.09 - 14:10:49
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