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- MAX OPHULS - LA SIGNORA DI TUTTI[TNTVILLAGE] -


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Descrizione
MAX OPHULS

LA SIGNORA DI TUTTI


:::->LOCANDINA<-:::





La signora di tutti
Anno 1934
Altri titoli -
Regia Max Ophüls
Durata 97
Origine ITALIA
Colore B/N
Genere DRAMMATICO
Specifiche tecniche -
Tratto da romanzo omonimo di Salvatore Gotta
Produzione ANGELO RIZZOLI PER LA NOVELLA FILM (MILANO), EMILIO RIZZOLI
Distribuzione ANONIMA PITTALUGA

Attori Isa Miranda Nel ruolo di Gaby Doriot/Gabriella Murge
Memo Benassi Nel ruolo di Leonardo Nanni
Tatjana Pavlova Nel ruolo di Alma Nanni
Friedrich Benfer Nel ruolo di Roberto Nanni
Franco Coop Nel ruolo di Impresario Veraldi
Lamberto Picasso Nel ruolo di Signor Murge, padre di Gaby
Nelly Corradi Nel ruolo di Anna Murge
Gildo Bicci Nel ruolo di Il regista
Andrea Checchi Nel ruolo di Un amico di Roberto
Mario Ferrari Nel ruolo di Produttore cinematografico
Zoe Incrocci Nel ruolo di Una collegiale
Carlo Lombardi Nel ruolo di Un azionista
Alfredo Martinelli Nel ruolo di Un giornalista
Achille Majeroni Nel ruolo di Portiere del teatro
Attilio Ortolani Nel ruolo di Giovanni il maggiordomo
Giulia Puccini Nel ruolo di Maestra di canto
Carlo Romano Nel ruolo di Un autista di taxi
Vinicio Sofia Nel ruolo di Aiuto regista
Ines Cristina Zacconi Nel ruolo di La zia

Soggetto Salvator, Gotta
Sceneggiatore Curt, Alexander
Hans, Wilhelm
Max, Ophüls
Musiche Daniele, Amfitheatrof
Montaggio Ferdinando Maria, Poggioli
Scenografia Giuseppe, Capponi
Costumista Sandro, Radice



:::->TRAMA<-:::

Gaby Doriot, fanciulla irrequieta, diventa una diva del cinema in Francia. Infelice nonostante una carriera densa di successi, tenta il suicidio mentre

l\'attendono sul set di un film. Lottando con la morte e sotto l\'effetto dell\'anestetico, Gaby rivive i momenti più tristi della sua sfortunata vita

sentimentale e di femme fatale suo malgrado...............................



:::->RECENSIONE<-:::

Nel quadro di questo movimentato e non sempre incoraggiante quinquennio della cinematografia italiana, La signora di tutti rappresenta indubbiamente un

tentativo di grande importanza. Esso è il più deciso, il più coraggioso, il più impegnativo sforzo industriale e finanziario che un produttore italiano abbia

compiuto per allestire un film di una classe tecnicamente superiore, un film degno di stare, per standard di fattura e regia, alla pari coi prodotti delle

Case cinematografiche che tengono il primo posto nel mercato internazionale. Comunque si possa sentire questa o quella parte del soggetto, comunque si possa

apprezzare questo o quel dettaglio dell’interpretazione, è certo che da un gran pezzo non si vedevano in Italia un film tecnicamente così omogeneo e così

squisito, una fotografia di una tal morbidezza e perfezione di impasto, una qualità di lavoro insomma così raffinata e impeccabile. Ora senza dubbio il

regista Max Ophüls, che mostra di conoscere a fondo il suo mestiere (anzi, più consumato nella tecnica che sagace nel governare passioni o esprimere

caratteri), ha la sua parte di merito in questi risultati. Ma l’altra, e forse la maggiore, spetta ai tecnici italiani che Io hanno così valorosamente

coadiuvato; spetta alla Casa produttrice, la Novella Film, che ha obbedito a tutte le sue esigenze, che ha posto a sua disposizione un bilancio ingente, che

lo ha messo in condizioni di lavorare con assoluta indipendenza e pienezza di mezzi. Perciò, coi suoi difetti, La signora di tutti è un film che ha un

significato consolante, Dopo queste ultime due annate di produzione abborracciata e frettolosa, esso è un appello alla qualità, un incitamento a cercare,

anche nel lavoro cinematografico, quello scrupolo tecnico e quella serietà formale senza i quali non avremo nemmeno mai la sostanza, né progresso durevole.

Il film racconta la storia di Gaby Doriot, stella del cinematografo. Dopo un’adolescenza tormentata e inquieta, dominata da un triste episodio di cui ella

non ha alcuna colpa, e sul quale i soggettisti hanno forse calcato troppo la mano, Gaby entra in casa di un grande uomo d’affari, Leonardo Nanni, dove ha già

innamorato il figlio, Roberto, e conquistato la affettuosa e quasi morbosa confidenza della moglie paralitica. Anche Leonardo si innamora pazzamente di lei,

e glielo dice, e proprio la notte che la trascina in giardino per dirglielo, la moglie, la quale presaga del tradimento, cercava di raggiungerli sul suo

carrozzino d’inferma, precipita da una scala e si uccide. Il rimorso non scioglie, ma ribadisce nei due amanti la passione. Essi partono per un lungo

viaggio, per dimenticare. Ma al ritorno, nella casa vuota, di nuovo il ricordo li affronta con la stessa torturante ossessione. La vita comune, in quelle

condizioni, diventa impossibile. Gaby va a Parigi a tentare la carriera cinematografica. Leonardo, che in quel tumulto della coscienza e dei sensi non solo

ha dilapidato tutto il suo patrimonio, ma stesa la mano su quella società che amministra, è denunciato e imprigionato per truffa. Quando n’esce, non è più,

fisicamente e moralmente, che una rovina. Un investimento in cui perde la vita riporta a galla il suo nome e la sua storia nella cronaca. Un giornale giallo

ne approfitta per fabbricare e mettere in giro tutto un romanzo diffamatorio su Gaby, che ormai tocca, come attrice, le vette di una fama cosmopolita. Qui

non si vede bene il costrutto, ma il fatto è che, per controbattere queste voci, il direttore e l’agente di Gaby hanno l’idea di far venire dall’Italia il

figlio di Nanni, Roberto, perché faccia una dichiarazione pubblica. L’incontro con Roberto risveglia in Gaby tutti i palpiti e le speranze di quel primo e

lontano amore. Ma ora Roberto non è più libero; egli ha sposato Anna, la sorellina di Gaby; egli non potrà dunque restare con lei; le dirà subito addio.

(Questo episodio, essenziale al dramma, sarebbe risultato molto più efficace e più vivo se gli autori avessero avuto cura di sviluppare di più, nella prima

parte, l’idillio di Gaby e Roberto). La partenza di Roberto è, per la fanciulla, come l’ultima porta che si chiude. Morta per sempre nell’anima, ella

ucciderà dunque anche quel suo stanco, quel suo inutile corpo, che ha fatto tanto male agli altri, senza darle la felicità. L’interpretazione allinea nomi di

primo ordine come Memo Benassi e Tatiana Pavlova, eccellenti attori di secondo piano come Franco Coop. Ma, naturalmente, tutta l’attesa era per Isa Miranda,

attrice di cui già da un anno una pubblicità in grande stile aveva reso popolari il nome e il volto in tutta Italia. Il rivederla ha confermato l’impressione

ch’essa aveva fatta a Venezia. Isa Miranda ha grandi e sostanziali possibilità fotogeniche, una recitazione che ha solo bisogno di perdere gli squilibri

dell’inesperienza, per diventare adeguata e vitale. Già qui, certe sue inflessioni sono di una spontanea giustezza. E tutti i suoi primi piani hanno

intensità e vibrazione. Prima della rappresentazione di gaia di iersera, Nelly Corradi, che fa una fresca apparizione anche nel film, nella parte della

sorellina, cantò con espressiva e simpatica voce le tre belle canzoni di Amfitheatrof.
Da Il Corriere della Sera, 30 novembre 1934


:::->MAX OPHULS<-:::

Max Ophüls (Saarbrücken, 6 maggio 1902 – Amburgo, 25 marzo 1957) è stato un regista cinematografico tedesco. Diresse film in Austria, Germania, Italia,

Francia, Olanda e Stati Uniti, sebbene la sua opera ruoti attorno alla sua patria d\'elezione, la Vienna decadente post-asburgica.

Biografia

Nato a Saarbrücken col nome di Max Oppenheimer, nella prima parte della sua attività, svoltasi in Germania, firmò i suoi lavori teatrali e cinematografici

usando lo pseudonimo di Max Ophüls. Prima della seconda guerra mondiale ottenne la cittadinanza francese, trasformando così il suo cognome in Ophuls, senza

dieresi. Non fu tuttavia l\'unica mutazione alla quale andò incontro: durante il suo esilio americano, nei titoli di testa dei suoi film, lo troviamo infatti

citato come Max Opuls, senza \"h\", poiché la pronuncia del suo patronimico era, in inglese, troppo assonante alla parola \"awful\", che significa \"spiacevole\",

\"disgustoso\".

Iniziò la sua carriera come attore teatrale. Successivamente, alla fine degli anni Venti, mosse verso il teatro e la produzione cinematografica, inizialmente

come aiuto regista del grande Anatole Litvak. Ebbe un figlio, Marcel Ophüls, nato nel 1927. In Germania diresse il suo primo film nel 1931: la commedia in

cortometraggio Dann schon lieber Lebertran. Di origine ebrea, emigrò in Francia nel 1933 e in seguito si trasferì in Svizzera, in Italia e, nel 1941, negli

Stati Uniti. Tornò in Europa nel 1950. Morì ad Amburgo per un attacco cardiaco ed è sepolto a Parigi nel Cimitero Père Lachaise. Ha diretto poco più di venti

film.

Opere

Il suo primo film girato a Hollywood fu Re in esilio (1947), scritto e interpretato da Douglas Fairbanks, Jr.. Il periodo americano prosegue con Lettera da

una sconosciuta (194, il suo film più celebre, Presi nella morsa (1949) e Sgomento (1949).

Al suo ritorno in Francia, scrisse e diresse una serie di film, oggi particolarmente acclamati dalla critica, che coronarono la sua carriera, tra cui Il

piacere e l\'amore (1950), Il piacere (1952) e Lola Montès (1955).

Stile

Ophüls è considerato il maestro insuperato del genere melodrammatico. I suoi film sono miracolosi cocktail di eleganza e intensità, sublimati da un

aristocratico, impeccabile senso della composizione.

Il suo stile cinematografico è contraddistinto da elaborati e raffinatissimi movimenti di camera, che conferiscono ai suoi film un andamento musicale, con un

uso complesso della gru e carrellate spesso circolari. La sua tecnica destinata ad essere più largamente imitata è quella di muovere la camera circolarmente

intorno a un soggetto statico.

Una sua frase celebre è: \"Voglio fare dei film visti dal centro dell\'uomo\".

Stanley Kubrick lo riteneva il suo regista preferito, nonché perpetua fonte d\'ispirazione.


:::->CARATTERISTICHE DEL DVD5<-:::

Durata: 86\'
Lingue: ITALIANO  
Sottotitoli: INGLESE - ITALIANO PER NON UDENTI
Formato Video: 1.33:1
Compressione: NESSUNA
Programmi utilizzati: DVD Decrypter
Contenuti Extra: Intervista ad Isa Miranda (20\'13\'\')
Cover allegata: NO


Casa distributrice: RIPLEY HOME VIDEO


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