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- Tutti i colori del buio[TNTVillage.org] -


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Descrizione
[align=center][SIZE=36]Tutti i colori del buio (1972)[/SIZE]




[SIZE=14]CREDITS[/SIZE]

Director: Sergio Martino
Release Year: 1972
Genre: Giallo
Source: Media Blasters/Shriek Show DVD
Language: Italian & English (Dual audio)
Subtitles: English (.srt)
Ripper: Daeron (aka Member13, originally posted to KG)

found


[SIZE=14]TRAMA[/SIZE] (SPOILERS!)


Tutti i colori del buio é un film da consigliare a tutti gli amanti del cinema anni settanta, in quanto sviluppato con un linguaggio tipico dell´epoca, oramai distante dai tempi nostri, ma interessante sotto diversi profili. Un horror che si allontana dal semplice splatter fine a sé stesso per approdare ai lidi di una paura piú profonda, psicologica, una trama tessuta laboriosamente per tutto lo sviluppo della pellicola.
É la storia di una giovane donna che perde il figlio durante la gravidanza in seguito a un incidente d´auto, trovandosi quindi in preda a blocchi psicologici che vengono ad aggiungersi a un trauma precedente, quello della morte della madre avvenuta durante la sua infanzia. I tentativi di cura sono molteplici, dove falliscono gli psicofarmaci e la psicoanalisi, pare che non fallisca il Sabbah.
Il tutto si svolge nella Londra degli anni settanta, una cupa cornice che, aiutata dalla colonna sonora ricca di effetti analogici, riconduce a quella che era la moda del momento dei circoli esoterici. Il ruolo della giovane donna é interpretato da una Edwige Fenech nel fiore degli anni, lontana dallo stereotipo di Giovannona coscialunga a cui siamo abituati, ma perfetta in quanto a innocenza e curiositá nell'addentrarsi nel curioso mondo dell´esoterismo. Interessante nel corso del film, lo sviluppo di dimensioni oniriche che vengono a confondersi e talvolta a coincidere con la realtá, creando un senso di disorientamento nello spettatore, che si trova quindi inserito in quello che é lo stato d´animo confuso della protagonista.
Le cornici di cui il regista si serve per esprimere il delirio che si sta scatenando nella mente della giovane donna, riportano al linguaggio di Dario Argento nel suo Profondo Rosso (anche se Tutti i colori del buio é precedente), pellicola nella quale la rappresentazione di macabri ed insoliti oggetti, fotografavano il profilo di una mente malata. Cosí Sergio Martino si serve di un teatro di posa con una scenografia semplice ma distorta nelle proporzioni e sfasata da grandangoli e effetti caleidoscopici, quasi a riprodurre la dimensione priva di spazio e tempo di un ricordo.
Ad articolare il film sono torbidi intrighi tra i personaggi, che vengono ad affiorare nella seconda parte, giustificando il tutto e preparando alla conclusione.



[SIZE=14]RECENSIONE[/SIZE] (SPOILERS!)

Se fosse necessario individuare un film in grado di rappresentare “globalmente” il cinema italiano di genere degli anni ’70, la scelta potrebbe ricadere (senza troppi tentennamenti) proprio su “Tutti i colori del buio”. Le motivazioni sono molteplici ed in linea di massima esulano dall’effettivo valore del film.
In prima istanza il titolo.
Un ossimoro di forte impatto e di poetica reminiscenza (imitato, storpiato ed abusato), ma che, come accade spesso nelle produzioni di quel periodo, ha poco a che fare con la vicenda narrata.
Il linguaggio cinematografico.
Tipico del cinema italiano (di genere) di quegli anni e mai più (haimè) riproposto, una storia intima, molto psicologica e (un po’ troppo) articolata, una paura più suggerita che mostrata.
La colonna sonora.
Un pop pscichedelico in perfetta linea con le immagini, l’atmosfera e le scenografie proposte.
Il Cast. Il trio di protagonisti (George Hilton, Edwige Fenech, Ivan Rassimov) rappresenta i tre attori più sfruttati dal cinema “artigianale” italiano nel decennio 70-80 in tutte le sue sfumature (dall’horror alla sceneggiata napoletana) con fotogrammi (proposti in “tutti i colori del buio”) ripresi più volte in altre produzioni come: Gli occhi di ghiaccio di Rassimov, l’elegante flemma di Hilton e…il topos “assoluto”, l’immagine regina del cinema di genere italiano, la Fenech sotto la doccia.
Il regista.
Sergio Martino, racchiude bene l’essenza di ciò che era (e dovrebbe essere) un regista “artigiano”, piuttosto flessibile, adattabile ad ogni genere, serio professionista e buon tecnico…una sorta di media ponderata dei registi dell’epoca.

“Tutti i colori del buio” è una storia forte di alcuni spunti interessanti ed innovativi, ma greve di una sceneggiatura po’ ingarbugliata e di una messa in scena oltremodo dilatata, ciononostante rappresenta un punto di riferimento, un “must” imprescindibile, un punto di partenza. Rifacendosi (per tematiche) al film dell’anno precedente di Lado (La Corta notte delle bambole di vetro), il film di Martino si mantiene in equilibrio tra il mondo onirico generato (?) dalla mente di Jane (la Fenech) e le atmosfere da giallo (italiano) classico. E’ interessante notare come questo film abbia contribuito ad influenzare parecchi film a seguire, primo tra tutti “Profondo Rosso”. Il surreale prologo con corsa verso camera di una bambola meccanica e l’omicidio in ascensore riportano a rimembranze di Argentiana memoria. Una prova, questa, di come il Dario nazionale, oltre che ispiratore di molti film di quel periodo sia anche fortemente debitore (anche se non lo ammetterebbe mai) di quel movimento da lui stesso (in parte) generato.

Se si vuole entrare nell’atmosfera che si respirava negli anni ’70, se si desidera visionare un tipo di cinema che non esiste più, se si vuole avere un’idea sommaria del cinema di genere, questo titolo è il più rappresentativo. Attenzione però, perché questo non necessariamente implica un’accezione positiva (nella valutazione del film), la possibilità di ergersi a rappresentante di centinaia di film equivale anche ad ammetterne una evidente “impersonalità”, cosa che si evidenzia dalla visione del film. Un rappresentante “concettuale” perfetto, ma un film poco rappresentante. Una nota curiosa, Morandini (a me particolarmente indigesto) nella sua scheda del film sentenzia: “Martino ci dà dentro con dosi da cavallo di horror e terror, seminando un effettaccio dopo l'altro”…questa affermazione avalla l’ipotesi che per scrivere una guida cinematografica non è necessario vedere i film…



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30 kb ai primi completi dalle 10 am alle 2 am....rip by Daeron, :grazie: :amici:
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Completato 347x
Aggiunto 28.04.08 - 14:04:01
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