| Descrizione | Certo va subito detto che The Fall of Max Payne si può considerare come un promettente passo in avanti rispetto al precedente capitolo, ma proprio per questo l’amaro non è mai stato così amaro. Max Payne 2 si allaccia, naturalmente, al primo episodio: dopo un processo legale, inaspettatamente, Max si vede premiare per il suo lavoro di pulizia svolto a spese di una potentissima organizzazione, diventando una delle colonne portanti della DEA, gruppo antidroga. Ma Max, uomo d'azione, non può coprire un ruolo che non sente suo e decide di dimettersi, per tornare all'unico lavoro davvero capace di fare: lo sbirro di quartiere, che combatte la criminalità per calmare i sensi di colpa con cui è costretto a convivere dopo la tragica morte della sua famiglia, uccisa da una banda di tossicodipendenti. E’ proprio nel corso di una normale chiamata, che inizia la nuova avventura di Max Payne. Arrivato sulla scena del crimine, il nostro eroe si ritroverà nuovamente, coinvolto in una terribile storia di ricatti, spionaggio e violenza: una spirale che risucchierà il protagonista e tutti coloro con cui avrà a che fare, compresa la rediviva Mona Sax, creduta morta e invece viva e bella co-protagonista (giocabile) del secondo episodio.
Max Payne 2 conserva gli stessi pregi e se vogliamo difetti del prequel, iniziando dalla struttura di gioco incentrata sull’azione pura con sparatorie violente e frenetiche. Il Bullet Time, elemento caratterizzante del primo episodio, in questa nuova versione è stato rinnovato e migliorato: avremo a disposizione una variante, rappresentata da una clessidra gialla che, dopo aver ucciso velocemente un buon numero di avversari, si sostituisce alla classica bianca: quando la clessidra è nella prima fase, potremo rallentare, come vuole la tradizione, i movimenti dei nemici, in modo da mirare meglio e schivare più facilmente i loro colpi. Giunti al secondo stadio, inizierà la riscossa di Max, rapidissimo nel far fuoco, mentre gli antagonisti soffriranno di una strana lentezza, tale da risultare mortale. Tuttavia già questo cambiamento può far sorgere qualche dubbio: la suddetta clessidra è praticamente infinita, tanto si scarica lentamente e viceversa tanto velocemente si riempie. Il risultato è una sorta di scappatoia troppo comoda per il giocatore pigro durante le sparatorie anche più banali. E’ come se al giocatore venisse data sempre l’opportunità di provare una condotta di gioco ponderata o avventata, con la sicurezza che, se le cose non dovessero andare per il verso giusto, magari per disattenzione o incapacità , potrà far ricorso ad una sorta di invulnerabilità da attivare e disattivare a piacimento. La situazione di certo non migliora con lo Shootdodge, ennesima mossa speciale domatrice del tempo, fin troppo utile per cavarsela durante le sparatorie in cui si è costretti a rimanersene nascosti al riparo: rapida occhiata dietro l’angolo, Shootdodge attivato e addio a qualsivoglia strategia di combattimento, con i nemici fermi immobili a farsi riempire di piombo e insulti. Sia chiaro, se l’intento dei ragazzi di Remedy era solo quello di offrire sparatorie frenetiche e spettacolari, allora il compitino è ben riuscito e a tratti è pure divertente, ma la scomoda sensazione di ripetitività dell’azione che accompagna il giocatore in ogni stanza di ogni livello di ogni capitolo soffoca alla lunga ogni tipo di attività cerebrale, riducendo il tutto in un Evangeliano “inquadra il bersaglio e spara… inquadra il bersaglio e spara…â€.
|
(Voti: 1) 
