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- [tntvillage.org][Mac ENG ITA] Doom 3 - iP2P Group -


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Descrizione
[SIZE=16]Doom 3[/SIZE]


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Storia e scopo del gioco
La parte che si recita è quella di un marine spaziale mandato su Marte dove scoprirà ben presto che la base a cui è stato destinato è ormai interamente posseduta da demoni provenienti dall’inferno. Il vostro scopo sarà quello di fermare queste forze del male impedendo che arrivino sulla terra.
Detta così per molti la trama non suona affatto nuova, visto che era esattamente la storia del Doom originale. E in effetti Doom 3 altro nonè che un remake di quel glorioso titolo che rivoluzionò il mondo dei “punta e spara” della prima metà degli anni ‘90.

Le reminescenze sono moltissime, dalla meccanica con cui il protagonista si muove per i corridoi e affronta i nemici, agli stessi nemici, alcuni dei quali sono di fatto una semplice revisione grafica di quelli del Doom originale. D’altra parte non c’è troppo da stupirsi visto che gli autori sono gli stessi e che la stessa è la casa che ha sviluppato gioco, id Software.

Nonostante questo, a dimostrazione che una buona idea resta sempre buona anche a distanza di anni, tutto l’intero sistema di gioco è intuitivo e facile da apprendere e si controlla altrettanto agevolmente con tastiera e mouse. La filosofia è la solita: si passa da un livello all’altro risolvendo semplici puzzle e uccidendo nemici che ci impediscono di avanzare. Lungo la nostra strada saremo guidati da terminali o personaggi che di diranno che cosa fare; soliti power-up sono in forma di “pacchetti” medici e passando da un livello all’altro si ottengono nuove armi.

In questo contesto dobbiamo fare i conti con nemici di vario tipo, si va dagli zombies grassi e poco mobili, a mostri agilissimi e molto veloci, passando per giganteschi esseri per sconfiggere i quali è necessario riversare su di essi una grande quantità di munizioni. La scelta di Doom III, al proposito, è quella di collocare in passaggi cruciali dei “super-nemici” più potenti e difficili da sconfiggere, i cosiddetti“boss”.

Rispetto al Doom originale troviamo però qualche novità, aggiornamenti che contribuiscono a portare il gioco maggiormente al passo con i tempi. Girando per i corridoi della base abbandonata, ad esempio,si accede alle varie stanze operando su computer o trovando PDA abbandonati e videodischi. Dai PDA si scaricano informazioni che spiegano alcune vicende della storia che stiamo vivendo e ci danno accesso a zone riservate o armadietti che custodiscono armie munizioni. Nei PDA ci sono anche file audio ed email (con l’immancabile spam...). I videodischi presentano anch’essi aspetti della storia.
Complessivamente, in ogni caso, le novità sono poche rispetto ad altri giochi.

Quel che rende differente e, per alcuni versi, anche controverso, Doom 3 è l’ambientazione decisamente inquietante.
Non solo l’azione si svolge in corridoi molto bui e silenziosi, segnati solo dal ticchettio di apparecchiature fuori uso, che danno un senso di abbandono e desolazione, e da ululati e gemiti, ma i mostri che combattiamo si muovono in maniera molto realistica disintegrandosi e lasciando lunghe scie di sangue e di sostanze putride. Le ambientazioni sono altrettanto cupe e angosciose, segnate da sporcizia, membra umane e disordine, quasi fossero un luogo del delitto di un serial killer.

Considerando l’abbondanza dei riferimenti al satanismo, ce n’é abbastanza per giustificare il “parental guide”, corrisponde al nostro vietato ai minori, stampato sulla scatola. Comunque l’effetto complessivo è di prim’ordine.
Voto: 4 su 5

Grafica e audio
Se la storia e lo scopo del gioco, pur interessanti (in particolare per chi non ha mai avuto tra le mani del Doom originale), non sono certo molto diverse da quelle di altri titoli similari, e non giustificano da soli l’acquisto del gioco, non altrettanto si può dire della grafica. Doom 3 in questo ambito è un vero e proprio capolavoro che lascia trasparire pienamente il lavoro durato anni sull’engine grafico.

Tutto è molto curato.
Gli ambienti, ad esempio, sono estremamente dettagliati e ricchi di particolari. Si tratta di corridoi realizzati in metallo, stanze traboccanti di macchinari in funzione, cavi, scatoloni, oggetti sparsi a terra.
Tutto ha un aspetto molto realistico: i computer hanno schermi leggibili, diversi oggetti si possono spostare, qualche macchinario è effettivamente operante e manovrabile, in alcuni livelli si passa su blocchi di pietra che fluttuano nell’aria, gli orizzonti (nelle poche occasioni in cui sono visibili) appaiono molto credibili.

Le texture sono incredibilmente varie e realizzate con cura maniacale; anche avvicinandosi molto alle pareti e agli oggetti questi non perdono affatto di credibilità. Intorno a voi ci sono scintille che scaturiscono dalle parti, grate che lasciano intravedere quanto si trova dietro, vetri sporchi, cartacce e lattine di bibite vuote e distributori (tra cui spicca la pervasiva “Robocola”). Buoni anche i modelli fisici, benché si possa notare la limitata “distruggibilità” degli ambienti (i nemici possono, ad esempio, sfondare vetri e pareti, noi no).

I mostri sono uno dei capolavori del gioco: hanno movimenti fluidi, credibili e producono effetti estremamente raffinati. In qualche caso, specie quelli di grandi dimensioni, sono davvero paurosi eci dominano con la loro mole. E anche se qualcuno di essi appare un po’ troppo chiaramente ispirato nelle sue “posture”a qualche film horror o di fantascienza che tutti noi ricordiamo (da Bran Stocker’s Dracula di Coppola ad Alien di Ridley Scott, solo per fare qualche esempio) l’effetto è straordinario.

Ma al di là delle textures e dei nemici, la parte più impressionante di doom 3 risiede nell’uso delle luci e l’alternanza con le ombre. In questo i programmatori hanno fatto un lavoro che lascia davvero stupefatti. La dinamica è incredibilmente realistica, la più realistica mai vista su un gioco per Mac (e non solo).
L’illuminazione va e viene, le lampade lanciano strani effetti sulle pareti, in alcune stanze ci sono addirittura effetti stroboscopici, i mostri qualche volta vengono annunciati dalla proiezione della loro sagoma sul pavimento e quando si trovano controluce è difficile vederli. Proprio questo uso intensivo delle ombre è, probabilmente, la causa del maggior carico sull’hardware e non c’è da stupirsi visto che cose come quelle prodotte dall’engine di Doom 3 in tempo reale, fino a qualche anno fa richiedevano ore di calcolo.

Meno convincente, almeno al confronto con altri giochi simili, è l’audio. A lasciare un po’ perplessi non è nè la mancanza di una colonna sonora (qualche gioco come Halo o Call of Duty in questo è straordinariamente simile ad un film e di molto superiore a Doom 3), né le scelte attuate in termini di collocazione o dinamica dell’audio. Le perplessità sorgono, invece, dall’effetto “povero” del suono emesso da alcuni oggetti.

L’esempio più lampante sono le armi la cui voce è decisamente meno potente del loro aspetto; la mitragliatrice, solo per citare un caso, ha un crepitio sommesso accompagnato da un tintinnare che sembra quello delle monetine rotolano a terra e la motosega ha un motore che pare avere gli stessi cavalli vapore di un aeromodello giocattolo. Ma anche le scatole che rotolano, le esplosioni, l’uso di alcune macchine, i passi nei corridoi, sono accompagnati da una colonna sonora non convincente (il nostro personaggio è un più che robusto marine con anfibi chiodati, ma dal rumore che fa mentre cammina sembra un bambino con gli zoccoletti da mare). Chi ricorda giochi come Halo, pur più vecchio di tre anni, noterà che il confronto con Doom 3 è decisamente a sfavore di quest’ultimo.

Ma questo aspetto passa in secondo piano se si considera, sempre nell’ambito dell’audio, lo sforzo fatto e il successo ottenuto per integrare la colonna sonora con l’ambientazione spaventosa che regna in tutto il gioco. Come nei migliori film dell’orrore ci sono voci, bisbigli, pianti di bambini (senza bambini in giro, il che produce un effetto decisamente agghiacciante), ticchettii non identificati, suoni di“cose” che strisciano e di corpi che spappolano.
Quando si arriva all’inferno gli ululati, il sibilo di un vento che non dovrebbe esserci, il lamento di anime invisibili che si agitano inquiete nel nulla, sono davvero molto ben realizzati. In qualche occasione è proprio il suono a farci sobbalzare sulla sedia, proprio come accade al cinema.
Voto: 4,5 su 5

Giocabilità
La giocabilità è buona. I comandi sono quelli tradizionali e la scelta di non richiedere di premere improbabili combinazioni di tasti, limita la sindrome della piovra provocata da altri giochi. Anche il layout dei comandi, tipico dell’engine di Doom e reso popolare da decine di titoli, non è stato modificato così che in pochi minuti ci si trova subito a proprio agio.

Quel che ci pare meno riuscito è il fatto che alcuni livelli richiedono di essere percorsi avanti e indietro più volte per eseguire i compiti che ci sono stati richiesti o semplicemente per cercare la giusta strada e questo avviene nel vuoto di nemici più totale perché magari li abbiamo sterminati nel primo passaggio, il che si traduce in un noioso peregrinare.

Non ci è piaciuto neppure il fatto che in alcuni casi i nemici siano prevedibili. È piuttosto facile, infatti, capire da dove verranno e come si comporteranno (ad esempio quasi sempre dietro ad una porta si trova qualcuno che cercherà d’aggredirci e dietro ad un anfratto non manca mai un mostro), il che lascia cadere un po’ di tensione drammatica al gioco.

Sono anche presenti dettagli che non hanno a che fare direttamente con la giocabilità che però rendono meno credibile l’insieme. Ad esempio ci si chiede come sia possibile che una persona possa portarsi dietro tutte quelle armi (in tutto nove) e non sia in grado di usare una torcia elettrica (che non esaurisce mai le batterie) e sparare contemporaneamente.

Ci siamo chiesti anche come sia possibile che i Marines Spaziali possano sparare globi d’energia ma nessuno abbia pensato a consegnare loro un visore notturno come quelli i dotazione all’esercito del XX secolo. E poi perché i nemici stanno in agguato nel buio, totalmente invisibili, ma non mancano di segnalarci la loro presenza con grugniti piuttosto espliciti sulle loro intenzioni?

Altri appunti che ci sentiamo di fare sono sulle armi che oltre che suonare in maniera “povera” appaiono un po’antiquate e inadeguate nell’uso. Praticamente tutti i giochi concorrenti hanno azioni “dual mode” sulle armi che sono in grado di sparare in maniera diversa.

Qui solo il BFG può scaricare la sua potenza in maniera differenziata (un’intera carica in un sol colpo o raffichedifferenziate). Per non parlare del fatto che le granate sono molto inefficienti, quasi inutilizzabili.
Oltre che esplodere in mano se le si tiene per più di tre secondi (persino le bombe a mano della prima guerra mondiale sapevano fare di meglio) hanno un raggio d’azione e un sistema di danneggiamento discutibili, oltre che rimbalzare come se fossero di caucciù.

Quel che invece ci é piaciuto é il mantenimento del sistema di salvataggio rapido che permette di congelare il gioco in punti a scelta. Altri siti criticano questa possibilità a favore dei salvataggi automatici in punti predeterminati (come in Halo), ma a nostro giudizio si tratta di una tecnica penalizzante e che rende noioso ripetere parti del gioco più e più volte.
Voto: 3,5 su 5

Longevità
L’interesse, come per la maggior parte dei giochi di questo tipo, è piuttosto limitato. Probabilmente bastano un paio di campagne per renderlo obsoleto, anche i programmatori hanno previsto una sfida, vincere il gioco al livello di difficoltà più alto per accedere alla modalità “Nightmare”, altrimenti inaccessibile. Si può anche pensare che qualche giocatore appassionato possa ripercorrere più volte i vari livelli di gioco per trovare nuovi anfratti, nuove armi e nuovi power-ups, ma alla fine è difficile riuscire a prolungare di molto la longevità di Doom 3.

Quel che è però certo è che nel momento in cui si inizia a giocare è difficile smettere, per l’estremo realismo e il senso di scoperta che trasmette l’ambientazione. Le texture sono realizzate in maniera eccezionalmente realistica e si ha davvero l’impressione di percorrere una base abbandonata tanto che si avrebbe la voglia di interagire con apparecchiature, oggetti o porte per le quali non è prevista tale possibilità.
Voto: 3,5 su 5

Prestazioni
Aggiungiamo questo capitolo, normalmente assente nelle nostre recensioni, perché è impossibile evitare di dire qualche cosa al proposito, visti i fiumi di bit versati su Internet al proposito.

Dell’argomento ci occuperemo anche noi di Macity in un prossimo articolo nel quale cercheremo di capire quali, al di là dei quanto dichiari lo sviluppatore, siano le macchine su cui si può provare a giocare e che cosa fare in fatto di settaggi per ottenere il massimo senza compromettere troppo la giocabilità.

In questa sede ci limitiamo a dire che testato su una macchina media (un PowerMac G5 da 1.6 GHz) per verificare le prestazioni queste non sono state entusiasmanti. Anche tenendo la risoluzione a livelli bassi (1024X76 e la qualità grafica al livello “Medium” (senza FSAA) non abbiamo mai superato nella Timedemo i 10/15 frames al secondo.

Su una macchina e con una configurazione di questo tipo per arrivare ad una quarantina di frames al secondo siamo dovuti ricorrere ad una Radeon X800 XT, come dire al massimo dei massimi di quel che offre oggi il mercato in termini di accelerazione 3D su Mac, per una spesa di circa 500 euro.

Il che, se si considera che con un hardware PC non del tutto differente per prestazioni reali si ottengono anche 50/60 frames al secondo, lascia un po’ di amaro in bocca.

Gli sviluppatori di Aspyr hanno fornito diverse e credibili spiegazioni su questo gap che esiste tra Mac e mondo Wintel, tra cui l’ottimizzazione di OpenGL e i colli di bottiglia sparsi qui e là sulla scheda madre. La speranza è che il lavoro su codice di Doom 3 e quello sui driver delle schede grafiche porti qualche beneficio, indipendentemente dall’aggiornamento che Apple attuerà alle sue macchine sotto forma di upgrading delle schede grafiche integrate, spesso criticate per non essere al passo con i tempi dettati dall’evoluzione dei giochi che hanno come parametro l’hardware PC.

Detto questo aggiungiamo anche che, nonostante i cenni di cui sopra, i possessori di macchine “medie” non devono farsi scoraggiare troppo perché, al di là della “Timedemo” (che è solo un parametro che in molti casi non risponde al numero di frames al secondo che si ottengono nel corso del gioco vero e proprio) e dei confronti con il mondo PC, acquistare Doom 3 per giocarlo, ad esempio, su un iMac G5 da 1.6 GHz non è né insensato.

Anche settato su livelli grafici medi e privato di abbellimenti con le ombre volumetriche, il Full Screen Anti Aliasing o il filtraggio anisotropico, il titolo di id Software diventa giocabile restando eccezionalmente realistico e accattivante dal punto di vista grafico, di gran lunga superiore a tutto quanto non s’è visto fino ad oggi su Mac.

Pregi
- Grafica al top
- Modelli fisici realistici
- Audio coinvolgente
- Comandi e giocabilità intuitiva

Difetti
- Limitata longevità
- Elevate richieste di sistema
- Ambientazione e tematiche discutibili

Considerazioni finali
Doom 3 non è un titolo né particolarmente originale né innovativo e, probabilmente, non ha neppure la pretesa di esserlo.

Quello che vuole fare è costituire un parametro nel campo del realismo grafico e della qualità delle ambientazioni, oltre che creare una storia coinvolgente e carica di tensione. Questi obbiettivi sono pienamente raggiunti, trasformando Doom 3 nel più avanzato gioco dal punto di vista grafico mai visto su Mac e, probabilmente, anche uno dei più paurosi sotto il profilo della storia e del suo svolgimento.

Per godere pienamente delle sue qualità si deve, purtroppo, avere a disposizione un hardware molto potente, ma anche giocato su livelli di dettaglio inferiori è in grado di dare grandi soddisfazioni al palato di chi cerca qualità nelle textures e ambientazioni realistiche. Qualche dubbio si può sollevare, specie se il pubblico è quello dei più giovani, sul plot della storia; la vicenda che fa da sfondo e la crudezza di alcune situazioni che si creano nella battaglia con i mostri non sono per tutti ma chi acquista un titolo come Doom dovrebbe sapere che questa è una peculiarità della franchigia. Anche alcuni aspetti della rifinitura (dettagli dell’audio, credibilità delle situazioni) non sono al livello d’eccellenza raggiunto dalla grafica che resta il vero punto di forza di Doom 3.
Voto: 4 su 5[/color]

Fonte: macitynet.it
Autore: Fabrizio Frattini


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:::-> Scheda tecnica <-:::

Dimensione: 1,51 Gb (compresso)
Lingua: ENG - ITA
Genere: FPS
Sviluppatore: Aspyr


Requisiti di sistema:
OS: Mac OS X 10.3.8 o superiore.
CPU: PowerPC G4 a 1,5GHz (PowerPC G5 a 2GHz raccomandato).
Ram: 512 Mb
GFX: Radeon 9600 o superiore o GeForce 5200X o superiore con almeno 64 MB di Vram. Scheda con 128 Mb raccomandata.
Compatibilità: gira anche su Mac Intel.


:::-> Note <-:::
All'interno della cartella ITA trovate l'immagine disco della localizzazione italiana. Seguite le istruzioni per l'installazione.
Info: Per scaricare devi usare un client come uTorrent o Transmission
AnnounceURL
http://tntvillage.org:2710/announce
Hash 20f3184f177d2267c40caf6e389093f3a86e2a69
Peers seeds: 5 , leech: 8
Size 1.51 GB
Completato 429x
Aggiunto 25.01.08 - 09:01:49
Uploader Anonymous
Votazione (Voti: 1)


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