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- (JazzPlanet) Miles Davis - Nefertiti (Eac Flac Cue) UF TNT -


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Categoria bittorrent Musica
Descrizione
Miles Davis - Nefertiti (Re-Issue 199











Artist Miles Davis
Title: Nefertiti
Source: Original CDDA
Release Date 1968
Recording Date Jun 7, 1967 - Jul 19, 1967
Label Columbia/Legacy
Re-Issue: 1998 Columbia/Legacy 65681
Genre: Jazz
Style: Hard Bop Post-Bop Modal Music
Number of Discs 1
Size Torrent: 431 Mb
Artwork included
Star Rating ***** Five stars


Extractor: EAC 0.99 prebeta 4
Read mode               : Secure
Utilize accurate stream : Yes
Defeat audio cache      : Yes
Make use of C2 pointers : No
Codec: Flac 1.2.1;  Level 8  
Single File.flac, Eac.log,
File.cue Multiple wav file with Gaps (Noncompliant)
Accurately ripped (confidence 42)
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Track List

  1. Nefertiti (W. Shorter) - 7:55
  2. Fall (W. Shorter) - 6:39
  3. Hand Jive (T. Williams) - 8:58
  4. Madness (H. Hancock) - 7:33
  5. Riot (H. Hancock) - 3:05
  6. Pinocchio (W. Shorter) - 5:09
  7. Hand Jive (First Alternate Take) - 6:52
  8. Hand Jive (Second Alternate Take) - 8:17
  9. Madness (Alternate Take) - 6:46
 10. Pinocchio (Alternate Take) - 5:08


Personnel

Miles Davis - tromba
Wayne Shorter - sax tenore
Herbie Hancock - pianoforte
Ron Carter - contrabbasso
Tony Williams - batteria



Listen To Sample
http://www.amazon.com/gp/recsradio/radio/B00000DCH0/ref=pd_krex_dp_a


youtube video/audio

http://www.youtube.com/watch?v=fnoN3qEYJS4

http://www.youtube.com/watch?v=DHSJs0ltVyg&feature=related

http://www.youtube.com/watch?v=vTlokD8TKK8&feature=related


Biography

http://it.wikipedia.org/wiki/Miles_Davis


review

Inciso a New York nell'estate del 1967, Nefertiti è un album di 6 tracce originali che vede all'opera il grande Miles Davis, naturalmente alla tromba, Wayne Shorter al sax tenore, Herbie Hancock al piano, Ron Carter al contrabbasso e il prodigio (al tempo diciassettenne) Tony Williams alla batteria.

Negli anni '60, Davis era già un artista affermato, ma abituato com'era ad essere sempre nell'occhio del ciclone dei cambiamenti, si sentiva sorpassato dalle nuove tendenze e i nuovi orientamenti del jazz (Ornette Coleman, Coltrane). E' questo meccanismo che lo porterà a rinnovare la sua formazione (Hancock e Williams). Ecco che in questo album si legge il cambiamento, innesti di free (libertà dalle regole e dagli schemi), che però non sortiscono effetto rivoluzionario. Almeno, alla luce del panorama jazz che in quegli anni si andava imponendo.

Le nuove composizioni di Nefertiti sono fresche, con spiluccati innesti di standard, accelerazioni, rallentamenti, rottura della continuità ritmica, ed a tratti assenza di accompagnamento di batteria o pianoforte. Tempi continuamente variati, note bizzose e pochi accordi.  Il modo di suonare di Davis è ancora più "economico", astratto, essenziale, comunque molto intenso con alcune "tipiche" impennate delle note. Senza dubbio influì l'innesto del giovanissimo Williams.

Nei primi due brani, "Nefertiti" e "Fall", si avverte la freschezza compositiva di Shorter, ma non solo. C'è una sorta di rifiuto dello schema assolo-esposizione-assolo-riesposizione. I due fiati si limitano a suonare costantemente la melodia mentre la sezione ritmica va in primo piano."Pinocchio" è meno avventurosa e ricorre a passaggi di assieme per preparare gli assoli. I due pezzi di Hancock sono costruiti in modo simile e con "Hand Jive" si ritorna ad un approccio più ortodosso.

Per onore delle classificazioni, ecco il primo album free di Davis, assolutamente godibile e ancora oggi, fresco.

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"Nefertiti" è probabilmente il frutto migliore del periodo del secondo quintetto del principe delle tenebre, registrato nel 67' e pubblicato l'anno seguente rappresenta l'ultimo lavoro acustico di Davis prima della svolta elettrica cominciata con i successivi "Miles In The Sky" e "Filles De Kilimanjaro" e portata a compimento con opere del calibro di "In A Silent Way" e l'epocale "Bitches Brew".

Quest'opera si trova così nel mezzo, tra due epoche a fare quasi da spartiacque tra il vecchio ed il nuovo corso nella storia del jazz moderno, l'epoca del secondo quintetto è stata per Davis prolifica e creativa a dir poco, una formazione di fuoriclasse che tra il 65' ed il 68', avrebbe sfornato un capolavoro dietro l'altro, una formazione incurante sia delle tendenze free del periodo che della forma dedita all'improvvisazione dell'hard bop. Questo meraviglioso gruppo, formato da Tony Williams (batteria), Ron Carter (basso), Wayne Shorter (sax tenore), Herbie Hancock (piano) e naturalmente Miles Davis alla tromba era forte di uno stile compatto e fantasioso, l'esecuzione si concentra sul tempo e sul ritmo, con parti armoniche sviluppate in maniera modale, la sezione ritmica avanza e si muove con grande libertà, stabilendo gran parte delle coordinate dei brani e cambiando spesso l'andamento delle composizioni, i fiati seguono i suoi mutamenti e creano melodie ora tese ed incalzanti, ora morbide, suggestive. Il brano omonimo che apre il disco è una delle cose migliori in assoluto create da questo magico quintetto, il drumming nervoso ed imprevedibile di Williams si mescola all' incedere geometrico del basso, Hancock crea con poche note suggestioni oniriche, i due solisti creano una melodia lucente e fascinosa, espansa ad oltranza, un'abbraccio senza fine tra il suono del sax tenore e quello abbagliante e magniloquente di Davis, che con la sua tromba crea una serie di sequenze di vecchie e meravigliose foto in bianco e nero, locali notturni newyorkesi fumosi e semi bui, gente ben vestita che ride e beve whiskey con belle ragazze che fumano sedute ai tavoli.

"Fall" è più sommessa e suadente, il solismo di Davis domina su tutto, l'incedere ritmico rallenta e si dilata, le melodie ed il climi della composizione sprigionano malinconia e grande pathos notturno, autunnale come da titolo, meravigliosamente in bilico tra tristezza e vitalità, in "Hand Jive" tutta l'irruente creatività dei musicisti viene fuori bizzosa e "libera", slegata da ogni restrizione stilistica, il suono è avvolgente e i soli sono spontanei ed astratti inoltre il lavoro del giovane prodigio Williams alla batteria si fa più serrato e maggiormente teso. Anche "Madness" e la più breve "Riot" procedono verso la direzione dell'irruenza appena sentita, caratterizzata da straordinari cambi tempistici, atmosfere stranianti e classiche magie davisiane da brividi la prima, sorretta invece da un veloce ritmo semi-tribale e un lavoro dei fiati quasi free la seconda, l'ultima composizione, "Pinocchio" va in un certo senso a chiudere il cerchio aperto dalla title-track iniziale, le atmosfere eleganti e notturne, i soli suadenti ed altisonanti mischiati all'incedere ritmico incessante e martellante creano l'avvolgente intelaiatura sonora che per tutta l'opera ha stregato ed ammaliato l'atmosfera meravigliosa di questo autentico capolavoro di un Miles Davis ancora una volta in stato di grazia.
Info: Per scaricare devi usare un client come uTorrent o Transmission
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Size 431.56 MB
Completato 372x
Aggiunto 16.07.11 - 09:07:48
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