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- (JazzPlanet)Thelonious Monk - Its Monks Time(Eac Flac Cue)(UF)(TNT -


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Categoria bittorrent Musica
Descrizione
Thelonious Monk - It's Monk's Time








Artist: Thelonious Monk
Album Title: It's Monk's Time
Recorded 1964 in New York City on:
January 29th (5, , 30th (3, 7), February 10th (1, 4), March 9th (2, 6, 9).
Tracks 7 to 9 are bonus tracks not on the original LP edition.
(p)(c) 2003 Sony Music Entertainment.
Mastered at Sony Music Studios, NYC.
Formato: CD Bonus Track
Label:Legacy, Columbia
Catalog#:5133572000, COL 513357 2
Format:CD, Reissue
Country:Europe
Released:2003
Genre: Jazz
Styles: Bop, Post-Bop, Hard Bop
Source: Original CD

Extractor: EAC 0.99 prebeta 4
Read mode               : Secure
Utilize accurate stream : Yes
Defeat audio cache      : Yes
Make use of C2 pointers : No
Codec: Flac 1.2.1;  Level 8  
Single File.flac, Eac.log,
File.cue (Noncompliant)
Accuraterip: (confidence 16)
Size Torrent: 342 Mb
Artwork included


Track Title

01 Lulu's Back In Town (09:57)
02 Memories Of You (06:0
03 Stuffy Turkey (08:15)
04 Brake's Sake (12:27)
05 Nice Work If You Can Get It (Take 3) (04:17)
06 Shuffle Boil (Retake) (07:11)
07 Epistrophy (Take 1) (05:09)
08 Nice Work If You Can Get It (Take 2) (04:10)
09 Shuffle Boil (Take 5) (04:51)


Personnel:

Thelonious Monk (Piano, Main Performer)
Charlie Rouse (Sax (Tenor)
Butch Warren (Bass)
Ben Riley (Drums)


http://www.amazon.com/gp/recsradio/radio/B0000AVHBM/ref=pd_krex_dp_a

http://www.youtube.com/watch?v=F2s6LZUdYaU

http://www.youtube.com/watch?v=qiM_RJevQbQ

http://www.youtube.com/watch?v=LAIq2xRVaL8

http://www.youtube.com/watch?v=jaBW4T4mCOw


Monk nacque a Rocky Mount (North Carolina) il 10 ottobre del 1917 in una famiglia modesta nella quale la musica era presente grazie alla madre cantante di gospel e spiritual nella chiesa locale; trasferitosi ben presto a New York, Monk iniziò fin da adolescente una vita “on the road” passata a suonare nei locali di stride-piano – i cui echi non lasceranno mai il suo pianismo – dove arricchisce il suo bagaglio musicale. Ciò diverrà fondamentale per la formazione della nuova “cosa” nascente in ambito jazzistico, ovvero il be-bop, che con Dizzy Gillespie, Charlie Parker, Charlie Christian e Kenny Clarke egli contribuì a far nascere.
Ma Monk non era un bopper, o almeno non era “solo” quello; l’adesione al famoso modo di dire dei bopper “io suono la mia musica e non mi interessa se ti piace o no” non era per Monk un atteggiarsi, ma qualcosa di naturale, semplicemente un modo per essere se stesso. E la sua storia musicale orgogliosamente autarchica lo dimostra apertamente.

Giorgio Gaslini sottotitola un bel libretto sul pianista uscito per Stampa Alternativa “La logica del genio, la solitudine dell’eroe”, perché questo in effetti è stato Monk: un genio solitario, psichicamente disturbato sì, ma i cui patimenti interiori non gli hanno mai impedito di essere lucido e logico, perennemente chiuso nella sua ricerca dalla quale una fanciullesca innocenza di fondo l’ha portato ad escludere l’evoluzione verso una maturità “pesante e retorica” (come la definisce Gaslini).
Ed è proprio questa una delle cifre stilistiche del pianista del North Carolina: la sostanziale, cosciente e programmata mancanza di progressione musicale che viene sostituita dall’esplorazione orizzontale di un pugno di brani, un lavoro costante e caparbio di cesello a cercare nuove combinazioni, a centellinare note e a dilatare pause e silenzi in un modo del tutto personale ed imprevedibile, considerando l’errore come un mezzo per intraprendere nuove strade (sarà lui a dire al termine di un’improvvisazione “I made the wrong mistakes“, ovvero “ho fatto gli errori sbagliati”). La musica di Monk, infatti, non è lineare, procede a strappi, obliqua, carica di accordi aspri e di pause riflessive inaspettate; il fraseggio è frastagliato e – grazie anche al suo modo di suonare a dita piatte – privilegia l’approccio percussivo e la ricerca armonica piuttosto che quella tematica.
E proprio l’armonia fatta di accordi che paiono stridere tra loro tanto da farla sembrare “sbagliata” e lo sviluppo ritmico asimmetrico fatto di ritardi e di accenti spostati saranno due elementi che in futuro influenzeranno moltissimi jazzisti – lui che non ha mai avuto allievi e che era piuttosto disinteressato a quello che gli girava attorno – e allo stesso tempo li metteranno in difficoltà, come è successo a Miles Davis che – nell’unica sessione registrata assieme – pretese che Monk non suonasse sotto il proprio assolo per non rischiare di esserne confuso.

Da punto di vista numerico Monk lascia 72 composizioni – da Well, you needen’t del 1947 a Blue sphere del 1971 – tra cui capolavori assoluti come ‘Round midnight (un’icona del jazz!), Pannonica, Blue Monk, Straight no chaser, Epistrophy, In walked Bud, Ruby my dear, Rhythm-a-ning, la già citata Well, you needn’t che sono tuttora campo di lavoro per i jazzisti di tutto il mondo. Diverso il discorso sui dischi: Monk era musicista da “brani” più che da “dischi” tanto che – forse con un’unica eccezione – è difficile trovare un suo “disco di riferimento” come succede per molti altri artisti; lascia, infatti, un buon (e disordinato, soprattutto per i primi anni) numero di dischi tra i quali, come al solito, mi auto-impongo di sceglierne 5 che mi paiono più significativi per capire il personaggio.
Thelonious Monk morì a Weehawken nel New Jersey il 17/02/1982, dopo dieci anni che non usciva di casa, in compagnia dell’amatissima Nellie – al suo fianco per tutta la vita – e dei suoi fantasmi, paure ed ossessioni che quella vita l’hanno resa un inferno. Mi piace concludere questa breve presentazione con una frase di Arrigo Polillo nel suo fondamentale libro “Jazz”: “Qualcuno ha detto che, negli anni in cui nessuno sembrava interessarsi a lui, Monk era fermo in attesa che il futuro lo raggiungesse, facendo capire così la musica sua. Dopo, si è limitato a lasciare che gli altri

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Anche se spesso ingiustamente calunniato dai sedicenti "puristi", Thelonious Monk ha svolto un lavoro brillante durante la sua precoce e la metà degli anni '60 stint per la Columbia Records. E 'Monk's Time (1964) contiene alcuni dei migliori - se non forse il migliore - fianchi studio che il taglio pianista durante i suoi ultimi anni come musicista di registrazione. Il titolo dell'album si rivelò essere un po 'profetico, come la rivista Time caratterizzato Monk come oggetto di copertura per i suoi 28 febbraio 1964, edizione. È interessante notare che egli avrebbe dovuto essere profilata dal periodico del novembre precedente, tuttavia, l'assassinio dell'allora presidente John F. Kennedy aveva la precedenza evidente. Era stato quasi un anno intero dopo il suo rilascio studio precedente, Criss-Cross (1963), e c'era stata una variazione significativa della sezione ritmica, che ora incorporate i talenti di entrambe le Butch Warren (basso) e Ben Riley (batteria ), così come da molto tempo coorte Charlie Rouse (sax tenore). Da quattro sessioni all'inizio del 1964, It's Monk's Time raccoglie quattro quartetto e due lati da solista, presentando l'apice di quello che questi musicisti offerto stilisticamente così come dal punto di vista di presentazione. Non vi è senso di giocosità malizioso nel lavoro tastiera agile Monk, in particolare notevole sul bellissimo off-venendo meno non accompagnati apertura a "Lulu's Back in Town", e la stessa qualità praticamente birichino unità anche le prestazioni assolo su "Un bel lavoro, se si può ottenere ". Entrambi gli standard pop sono i principali esempi di approccio inimitabile il pioniere bop a organizzare, e anche fornire uno spaccato inquietante per le sue influenze. Immediatamente evidente sono gli stili di leggende passo dal ben noto Willie "The Lion" Smith e James P. Johnson a giocare un po 'più oscuro e decisamente frenetica di Cliff Jackson, così come l'approccio ragtime di Walter L. Rose. I risultati sono legati insieme in consegna aritmeticamente avanzato di Monk e la composizione armonica. Il combo - soprattutto Rouse - sostiene efficacemente e scandisce i tempi difficili del "soffocante Turchia" e il bop più aggressivo di "Sake freno." In quest'ultimo titolo scatena anche una certa interazione tra Monk e gustoso Rouse, esemplificando il loro punto di vista sonoro la sinergia praticamente a senso unico. Il taglio di concludere, "Shuffle Boil", è una delle gemme perdute di lavoro successivo dell'artista. E 'uno sport swing sforzo su una sofisticata struttura melodica e stimolante. Il bassista Warren passi fino alla piastra, fornendo un agile e pulsante letto sia per Monk e Rouse come assoli commercio. [Nel 2003, Legacy un'edizione ampliata di It's Time Monk's con un trio di bonus track, due delle quali sono state precedentemente non disponibile.] ~ Lindsay Planer, All Music Guideerarlo, senza incertezza alcuna, tra i più rivoluzionari artisti dell’intera storia del jazz.
Info: Per scaricare devi usare un client come uTorrent o Transmission
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Peers seeds: 60 , leech: 18
Size 342.13 MB
Completato 167x
Aggiunto 22.02.11 - 10:02:34
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